Via del Mare: un’opera vecchia, dannosa per il territorio e inadeguata per gli operatori turistici

Highway A9, toll station Como Grandate, Italy

A pochi giorni dalla pubblicazione dei dati ISPRA sul consumo di suolo, che vedono il Veneto al secondo posto subito dopo la Lombardia, arriva l’annuncio del via libera alla nuova autostrada veneta. Questa ennesima infrastruttura si inserisce in un’area, Meolo-Roncade, interessata da due grandi insediamenti dedicati alla logistica destinandola a diventare un enorme attrattore di traffico, di nuove edificazioni, peggiorando la qualità della vita dei residenti ed andando in controtendenza alla necessità di fermare il consumo di suolo. È l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza della legge Regionale “contro il consumo di suolo”.
La “Via del mare”, progettata vent’anni fa, bloccata dallo scandalo che coinvolse la Regione Veneto con Galan e Chisso grandi sostenitori, torna, tale e quale, a devastare il territorio. È un’opera vecchia, perché nasce da un’idea di mobilità che si può e si deve superare per ridurre le emissioni e il riscaldamento globale. Gli effetti della crisi climatica si scaricano già sul litorale cancellando, ogni anno, metri e metri di spiaggia, erodendo l’attrattività della spiaggia di Jesolo che, sempre più piccola, non avrà neppure lo spazio per ospitare i turisti.
Danneggia il territorio, perché la viabilità minore sarà travolta dai “pendolari” che, per arrivare al “tappo” dell’ingresso a Jesolo dove si ritroveranno tutti in coda, eviteranno di pagare pedaggi scegliendo gli itinerari secondari del territorio.
Inadeguata per gli operatori turistici che vogliono puntare sulla qualità e non sui numeri, inadatta per il nodo di Cavallino-Treporti, con un turismo che si sposta solo su gomma, che rimane irrisolto. Jesolo potrebbe svolgere un ruolo leader adottando modelli di hub di scambio innovativi e rispettosi delle necessità di ridurre consumo di suolo ed emissioni. Modelli già nelle corde di alcuni operatori ma non nella politica ancorata a scelte del passato.
Abbiamo sempre sostenuto la necessità di mettere in sicurezza l’attuale Treviso-Mare, altra cosa è regalare una strada pubblica a dei privati per farne guadagno senza apportare miglioramenti, reali, all’efficienza del sistema di trasporto.
Puntare a modelli di trasporto collettivi in grado di raggiungere tutte le località balneari, migliorare e potenziare il trasporto pubblico, con corsie preferenziali e più frequenza.
In termini di innovazione riteniamo opportuno ricordare la proposta, avanzata dall’Assessore Calzavara, sul nodo di Cavallino-Treporti: gestione del traffico sul modello delle reti intelligenti, smart-road.
L’ennesima scelta di un “progetto di finanza” non mette al sicuro i cittadini da costi non dichiarati. Dobbiamo ricordare, nonostante i distinguo che arrivano da più parti, quanto sta accadendo sulla Pedemontana Veneta in termini di pedaggi, più alti in assoluto, e costi a carico della collettività. Progetto presentato con annunci di esenzione e di promesse….tale e quale a questo.
Scegliere per il futuro, questo si dovrebbe fare nell’interesse dei cittadini di oggi e di domani, questa politica non dimostra di saperlo fare.

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