Un nuovo progetto immobiliare minaccia la Laguna di Caorle e Bibione

Fonte: https://www.italieonline.eu/it/pineda.html
Suscita preoccupazione l’ennesimo annuncio che, sembra con il favore dell’attuale Amministrazione, presenta l’avvio di un iter amministrativo volto ad autorizzare lo stravolgimento e la distruzione dell’habitat della laguna di Caorle e Bibione.
Il nuovo progetto immobiliare, da quanto annunciato, sorgerebbe su 50 ettari di aree attualmente naturali, per un investimento di 30 milioni di euro.
L’insediamento turistico proposto alla foce di Baseleghe è l’ennesimo assalto ai pochi habitat naturali rimasti lungo la costa del Veneto Orientale. Si inserisce, devastandolo, in un contesto turistico, camping Capalonga, più volte segnalato per il proprio impegno volto alla vera sostenibilità e tutela delle biodiversità.
Da quanto si può leggere dalla stampa, le strutture in progetto saranno integrate nel paesaggio e costruite con materiali e soluzioni che consentano, un domani, di ripristinare il sito senza danni ambientali. Forse anche per questo, il progetto risulta essere stato recentemente premiato a Venezia. Riteniamo che sia ridicolo assegnare premi “ecologici” a progetti distruttivi dell’ambiente. Crediamo che le giurie dovrebbero valutare anche il contesto in cui si inseriscono i progetti a loro sottoposti, e non il fatto che edifici e materiali “potranno essere demoliti e riciclati”. Una giuria attenta, di fronte a questo progetto, dovrebbe bocciare la scelta del luogo e premiare la tecnica, ammirevole se realizzata in ambito coerente con la conservazione dell’ambiente.
Crediamo che sia intollerabile la disponibilità annunciata dalla stessa Amministrazione che non più di un anno fa, a fronte della denuncia, da parte di un numeroso gruppo di cittadini e proprietari turistici, della devastazione urbanistica in corso, si era presa l’impegno di rivedere il regolamento edilizio comunale per tutelare maggiormente il paesaggio e gli interessi di coloro che hanno investito a Bibione in un’edilizia a basso impatto. Investimenti che hanno contribuito a far crescere la qualità dell’ospitalità e l’etichetta di “spiaggia verde”.
Questa stessa operazione appare, alla luce dei fatti, come una manovra di greenwashing, in quanto la sostenibilità pubblicizzata nasconde impatti ambientali che sostenibili non sono, e riteniamo sia opportuno che questo sia denunciato anche dalle Associazioni che partecipano alla gestione di queste aree.
Aree che, ricordiamo, ricadono sia in Zona di Protezione Speciale (ZPS) che in Zona Speciale di Conservazione (ZSC) nella Rete Natura 2000, istituita da due importanti Direttive europee. Ambiente fragile, soggetto alle pressioni antropiche e naturali, caratterizzato dai diversi habitat delle lagune, delle barene e delle velme, delle praterie retrodunali. Habitat che sono fondamentali per la conservazione della biodiversità, per la bellezza del paesaggio, che contribuisce ad attirare milioni di turisti, per lo stoccaggio del carbonio e il contrasto alla crisi climatica. Habitat che richiedono una valutazione al fine di mitigare e ridurre gli impatti derivanti dall’urbanizzazione e dal turismo, non di aumentarli. I numerosi episodi di allagamento del territorio di Bibione, l’ultimo avvenuto in contemporanea con l’annuncio del nuovo progetto, sono testimoni di due fatti incontrovertibili:
1. l’inadeguatezza dei piani, comunali e regionali, di adattamento ai cambiamenti climatici e le infrastrutture ad essi necessarie
2. l’impatto che la crisi climatica ha su questo territorio, per una somma di fattori climatici da approfondire, vista la frequenza e l’incidenza.
Chiediamo che l’Amministrazione comunale riveda il proprio approccio a questo progetto anteponendo al beneficio privato il Beneficio Pubblico che consiste, in questo caso, nel tutelare il paesaggio e la laguna di Caorle e Bibione garantendo la bellezza a tutti i turisti e non solo a chi affitterà i “piani alti” del nuovo albergo. Riteniamo necessario che l’Amministrazione adotti le misure necessarie a mitigare la crisi climatica garantendo la salvaguardia delle aree umide e costiere che svolgono un ruolo fondamentale nell’immagazzinare la CO2.
Legambiente si impegna, in collaborazione con cittadini ed Associazioni, a svolgere, come già fatto in passato contro i progetti su Vallevecchia e Brussa, la più dura battaglia per contrastare con azioni amministrative, comunicative e dimostrative, il progetto presentato a ridosso della foce di Porto Baseleghe.
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